Vallerani System

Vallerani system

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// concretezza nella risoluzione dei problemi climatici e desertificazione

L'aratro //

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Struttura

L’aratro Delfino3s è composto da un mono vomere reversibile e da un ripper.

Il mono vomere reversibile scava, per mezzo di un movimento ondulatorio, dei micro-bacini o semi-lune ad intervalli regolari lunghi 3,5-5 m, larghi 40-50 cm, e profondi 40-50 cm. 

Il ripper, situato davanti al vomere, senza rivoltare la terra fissura e spacca il suolo fino a 60-70 cm di profondità scavando un solco continuo che raccoglie l’acqua dai micro-bacini adiacenti. Il ripper svolge anche una funzione protettiva per il vomere proteggendolo da urti contro pietre o possibili ostacoli interrati e ne facilita la penetrazione nel suolo.

Dati tecnici:

  • Profondità lavoro mono vomere: 40-50 cm
  • Profondità lavoro ripper: 50-70 cm
  • Larghezza semi-lune: 40-50 cm
  • Lunghezza programmabile semi-lune: 3,5-5 m
  • Lunghezza tratto semi-lune + ripper: da 4 a 8 m
  • Velocità: da 4 a 7 Km/h
  • Hp: 180-210
  • Superficie lavorata: circa 2 ettari all’ora, 15 ettari al giorno

 

A seconda della tessitura e caratteristiche del suolo, della morfologia della zona di intervento, delle precipitazioni e delle finalità di applicazione, l’aratro può essere regolato in una vasta gamma di configurazioni. Questo permette di modificare la modalità, la profondità e la larghezza delle lavorazioni.

// regolazioni personalizzate

L’Aratro Delfino3 //

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Il Lavoro

Il sistema di micro-bacini ed il solco profondo permettono di intercettare e raccogliere sia l’acqua piovana che di scorrimento superficiale nonché le altre risorse disponibili (terra fine, sostanza organica, semi, ecc.) altrimenti perse con il ruscellamento.

Nelle zone in pendenza il lavoro è fatto seguendo le curve di livello e rivoltando la terra a valle.

Le linee di lavorazione hanno una distanza in media di 4-6 metri consentendo di lavorare sono un 10-20% dell’area interessata con il risultato di un intervento rapido, su larga scala e conservativo (minimum tillage).

// i molteplici usi di un sistema innovativo

Applicazioni //

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Riforestazione

Miglioramento dei pascoli

Coltivazioni

Ripari frangivento

I quattro tipi di intervento possono essere realizzati in modo integrato.

Premesso che:

  • è molto importante coinvolgere le popolazioni locali per renderle partecipi e responsabili durante la fase delle lavorazioni, per la salvaguardia degli interventi per il periodo necessario al loro “insediamento” e per la gestione dei risultati ottenuti;
  • il VS si basa sulla semina diretta di piante autoctone in quanto le piante da seme hanno la vigoria necessaria per auto-propagarsi, il sistema radicale naturale non è mutilato e superficiale ed i semi che producono danno vita con facilità a nuove piante;
  • attraverso la peculiare lavorazione del terreno il VS offre il massimo grado di efficienza nel primo anno di intervento e poiché gli spazi che devono essere trattati sono estremamente estesi l’intervento stesso non può né deve essere ripetuto nello stesso luogo.Riassunto schematico delle fasi di una corretta e completa applicazione del VS nel campo della riforestazione e della costituzione di frangivento.

La scelta dei terreni per le lavorazioni si deve tener conto dei seguenti fattori:

Pluviometria: occorre studiare i dati decennali delle piogge minime e massime per poter calcolare le distanze tra le linee di lavorazione e così raccogliere tutta la pioggia evitando erosioni. Maggiore è l’intensità delle precipitazioni, più vicine devono essere le linee di lavorazione.

Giacitura: dovrebbe consentire le lavorazioni in curva di livello a partire dal o dai punti più alti.

Dimensioni della zona da lavorare: data la velocità di avanzamento del trattore è conveniente avere tratte lunghe.

Compattezza e porosità dei terreni: danno indizi importanti circa la velocità di scorrimento ed assorbimento della pioggia.

Possibilità di ripristino di zone verdi preesistenti quali oasi, rive di laghi e fiumi, ecc.

Fertilità: informazione importante per stimare la percentuale di riuscita degli interventi.

Pietrosità: non deve affiorare la roccia madre e le pietre, ove esistenti, non devono avere dimensioni tali da causare danni alle gomme dei trattori ed agli aratri.
Ciò si rivela particolarmente importante nei terreni sottoposti a disboscamento che si stanno laterizzando.

  • La raccolta dei semi e la loro conservazione va possibilmente organizzata con le popolazione locali;
  • i semi devono essere raccolti dalle piante più vigorose al momento della loro maturazione e conservati in modo adeguato;
  • si consiglia l’acquisto dei semi mancanti qualora la quantità dei semi raccolti non fosse sufficiente per tutto il terreno lavorato oppure se si desiderano propagare maggiormente specie preesistenti che a causa del degrado ambientale non vi sono più in numero sufficiente per garantirne un’adeguata diffusione;
  • pastori al momento opportuno possono far mangiare alle capre e alle pecore i semi scrollandoli direttamente dalle piante e raccogliendo lo sterco dal recinto notturno. I semi che hanno attraversato lo stomaco degli animali germogliano più facilmente, restano protetti dagli animali (topi, uccelli, ecc) fino all’arrivo delle piogge e lo sterco costituisce un concime ideale per favorire il rapido sviluppo delle piantine. Le “caccarelle” contenenti semi sono ideali per essere distribuite a spaglio nei microbacini e possono portare a percentuali di attecchimento del 95% (Desertoverde.ch);
  • nel caso in cui la propagazione per seme sia di difficile attuazione e si dovesse procedere al trapianto, è sempre consigliabile l’uso di piante molto giovani che subiscono meno gli inevitabili stress e le mutilazioni insite nella pratica. Sempre dove possibile, si proceda con la semina della stessa specie accanto alla piantina messa a dimora;
  • eventualmente seminare leguminose ed erbe particolari all’interno delle semilune che aumentino la fertilità del terreno e la qualità del pascolo;
  • eventualmente procedere allo sfoltimenti delle giovani piante in soprannumero per evitare che il numero troppo elevato di piante per ettaro blocchi gli accrescimenti della foresta.

// constrastare i principali problemi dei pascoli

Interventi per mantenere i pascoli //

#savetheworld_nardigroup

I pascoli sono in rapido decadimento a causa della diminuzione delle piogge, del sovraccarico di bestiame per ettaro, dell’avanzare della desertificazione.
La disseminazione naturale è fortemente ostacolata dal fatto che le essenze che li compongono non riescono più ad andare a seme.

Un intervento assai importante sarebbe quindi quello di porli in condizione di disseminarsi a rotazione impedendo il pascolamento del bestiame prima della maturazione dei semi.

Ciò potrebbe ottenersi attraverso il VS con la formazione sistematica di pascoli arborei realizzati con le essenze localmente più adatte allo scopo, che tagliati a rotazione nel momento più opportuno per il rigetto delle piante che li costituiscono, fornirebbero un supplemento di alimenti alleviando il sovraccarico sui pascoli stessi.

Occorre spiegare e trasmettere l’idea ai pastori e verificare la possibilità di una pratica diffusione in quanto non riteniamo che possano esservi alternative valide.